La Piana del Sale (Etiopia orientale) è uno dei luoghi più caldi e inospitali della terra, oltre che uno dei più bassi sotto il livello del mare (-155 m). E' un immenso deserto (1.200 kmq) dove, da sempre, le due etnie Afar e Tigrina estraggono blocchi di sale che trasportano poi sull’altopiano etiope con enormi carovane di cammelli, composte anche da duemila animali.
In questo ambiente infernale, con temperature intorno ai 50 gradi e senza alcun riparo dal sole che si riflette sulla superficie salata, la divisione del lavoro è ben strutturata. I metodi di lavorazione sono rimasti fedeli alla tradizione che si perde nei tempi: gruppi di 3 o 4 tigrini cristiani, provenienti dall'altopiano, hanno il compito di sollevare con delle lunghe leve di legno le lastre di sale dalla crosta del deserto. Gli intagliatori, Afar musulmani, ne ricavano, con corte piccozze, delle mattonelle di diverse dimensioni.
Lavorano dall’alba al tramonto, accucciati sul sale sotto il sole accecante, poi è compito dei cammellieri, che hanno ordinato il sale, di caricare le mattonelle sui loro cammelli, muli e asini, quindi le carovane possono iniziare il lungo e faticoso trasporto verso i mercati dell'altopiano.
Cristiani e musulmani cooperano pacificamente all'interno della preziosa economia del sale sulla quale vivono, da tempi immemorabili, migliaia di famiglie. Faticano rispettando le festività delle due religioni : il lavoro si ferma per il venerdì musulmano e la domenica dei cristiani.